Sinossi
L’analisi delle carte d’archivio, locali e nazionali, oltre a fornire interessanti elementi sulla realtà dei diversi paesi, ha permesso di conoscere gli uomini che gestirono la vita della provincia. I prefetti, innanzi tutto, col loro vissuto prima e, in breve, anche dopo quella nomina, non sempre, anzi, quasi mai gradita dagli interessati, il loro confrontarsi con il ministero dell’Interno, con le amministrazioni locali, con i deputati e i senatori sardi. E, accanto ai prefetti, i commissari prefettizi, i sindaci, i tanti uomini di potere in un periodo pieno dicambiamenti e di tensioni, con lo spauracchio, poi divenuto realtà, del suffragio (quasi) universale. Dall’analisi delle carte, innanzi tutto dall’Archivio centrale dello Stato, a Roma, ma anche dagli archivi di Cagliari e di Iglesias, vediamo in che modo i vari prefetti si proposero, o tentarono di proporsi, per risolvere i problemi economici della provincia, specie di fronte alla disoccupazione scatenata dalla guerra nelle miniere dell’Iglesiente, ad esempio. E, sempre nell’Iglesiente, come tentassero di arginare il formarsi di amministrazioni socialiste. Fondamentale, per questo, l’aiuto richiesto al viceprefetto di Iglesias e ai vari commissari regi o prefettizi di volta in volta nominati nei vari paesi della zona, col preciso e dichiarato proposito di bloccare la crescita socialista. Significativo anche il procedere in quello che potremmo definire un processo educativo, ossia il tentativo di risolvere situazioni facilmente definibili di malaffare: amministratori chiusi nei loro interessi personali o di famiglia, consigli comunali incapaci di proporre soluzioni al degrado in cui vivevano i cittadini, per incuria e, molto spesso, per ignoranza. Diversi per sensibilità, cultura, ma anche pregiudizi, paure, reali o immaginarie, attraverso le loro relazioni al ministero i prefetti ci mostrano una provincia per molti versi ancora sconosciuta, permettendoci di vedere, oltre i soliti notabili, anche i cittadini “normali”, gli abitanti dei vari centri, grandi e piccoli, della provincia. Uno sguardo particolare è dedicato ai commissari regi e/o prefettizi per conoscere i motivi all’origine della loro nomina: una risposta al non fare o al mal fare dei poteri locali o uno strumento di controllo/punizione/ avocazione a sé del potere da parte dello Stato, attraverso i prefetti?
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